Attraverso il corretto sostegno nello sport il genitore può mettere le basi per un futuro adulto equilibrato
Non voglio iniziare il discorso dell’educazione sportiva, della metafora della vita, dell’importanza di crescere in un ambiente sano e via dicendo ma mettere l’attenzione sulla coscienza dell’adulto che rischia di comprendere, solo anni dopo, di aver fatto un lavoro inutile e di aver sprecato le sue energie a difendere un fallo subito da suo figlio con il risultato del nulla più totale compromettendo il suo ruolo di genitore.
Gli adolescenti che diventano campioni a livello agonistico e che lo faranno come scelta di vita, sono veramente pochi e spesso sono quelli che non hanno avuto grosse pressioni quando erano ragazzini permettendo così una maturazione mentale equilibrata e non ansiogena.
Il genitore che “spreca” il suo tempo a incalzare continuamente il figlio con urla e dicerie varie non si rende conto di quanto sia negativo questo atteggiamento e come possa creare i presupposti per un adulto problematico.
Magari non sarà evidente nell’immediato ma nel futuro comprenderà come il suo comportamento ossessivo abbia alla fine portato solo problemi al figlio.
Un figlio che non ti parla più o che ha smesso anzi tempo lo sport perché stressato o che nella vita di adulto si trova in difficoltà a gestire situazioni personali sono risultati dell’essere cresciuto in un ambiente altamente competitivo in cui troppo spesso non si è sentito all’altezza dell’impegno richiesto.
Dare troppo valore al giudizio delle altre persone è un altro risultato dell’aver avuto dei genitori che hanno messo in discussione ogni sua azione, non solo nello sport, rendendolo un adulto che prima di agire si chiede mille volte cosa penserà la gente delle sue scelte.
Attenzione perché ogni azione nell’adolescente può creare un condizionamento che richiederà impegno per essere debellato e rimpiazzato da un pensiero positivo.
Come sostenere allora?
Meglio sostenere il figlio in modo equilibrato e accettare le sue performance come risultato del suo massimo impegno.
Il ruolo del genitore non è sperare che il figlio diventi un campione ma far si che, attraverso lo sport, viva diverse esperienze che lo formino come adulto consapevole delle proprie potenzialità e capacità personali.
Accoglienza, disponibilità, dialogo, sostegno indipendentemente dal risultato, dare spazio alla personalità del figlio sono azioni notevolmente migliori per creare potenzialmente una situazione ottimale per migliori risultati nello sport e se così non fosse, comunque aver lavorato per crescere un adulto sicuro di se e con un ottimo valore personale e di autostima.
Tutti ma proprio tutti, prima di essere atleti sono persone, non dimentichiamolo mai!