La differenza del “volere” fare le cose
La domenica è una delle giornate che preferisco ma da un po’ non ne sono più così convinto.
Ormai ho 14 anni e a me piacerebbe vedere i miei amici e passare la domenica in loro compagnia.
Ma il dovere mi chiama!!
La domenica ha diverse funzioni per la mia famiglia: si va a messa di conseguenza ci si deve vestire bene perché si va in chiesa, si mangia tutti assieme e nel pomeriggio si fa visita ai nonni. Una sorta di recupero del tempo perso nella settimana che mi costringe a partecipare ad una serie di rituali dei miei genitori in cui io mi riconosco poco.
Se ci penso un po’ nessuna di queste cose corrisponde veramente a quello che ho voglia di fare, ma le risposte sono sempre le stesse: ” devi stare con noi, dobbiamo andare a messa, dobbiamo andare a salutare i nonni, ti devi vestire meglio e bla bla bla…”.
Mi sento in trappola e costretto a fare delle cose che non mi danno felicità, rinunciando invece a fare ciò che io vorrei: molto semplicemente passare delle ore con i miei amici.
Ormai sono quasi certo che la vita non è fatta per divertirsi ma per fare le cose giuste che tutti fanno, anche se non mi piacciono.
Il dovere
Da adulti abbiamo forte il concetto del dovere. Ci sforziamo nel fare cose giuste per essere inseriti nella società, sia in ambito lavorativo che affettivo.
Il dovere ci impone spesso un comportamento e delle scelte che non sono propriamente le nostre, ma sono quello che gli altri si aspettano da noi.
Troppo spesso trasmettiamo questo senso del dovere ai figli non considerando che loro ancora non si sentono parte integrante della società.
La presa di coscienza del ragazzo avviene con piccoli passi e il senso del dovere dovrebbe essere il risultato di un pensiero autonomo, non di una costrizione.